Il passaporto, un documento quasi sconosciuto per me prima, è diventato vitale durante il viaggio per dimostrare chi ero e qual’era la mia età e ottenere aiuto e supporto.
Ho sempre cercato di tenerlo stretto anche se a un certo punto del viaggio l’ho perso.
Questo mi ha fatto passare alcune situazioni spiacevoli.
Dalla mia esperienza ho capito che è molto importante avere un documento sia per ottenere aiuto, sia per se stessi per dimostrare chi sei ed essere riconosciuto dagli altri.
Anche se da me non faceva tanto la differenza, avevo saputo che in Europa i minorenni ricevono un trattamento migliore una protezione speciale sulla base della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e Adolescenza.
Non ero molto sicuro se dichiararmi minorenne perché non conoscevo bene le implicazioni.
Anche se talvolta sono stato trattato solo come migrante, alla fine però dimostrare che avevo meno di 18 anni è stato utile e mi ha dato accesso a una maggiore protezione.
Il viaggio che mi immaginavo è stato molto diverso in realtà: le condizioni erano talvolta scoraggianti.
Spesso ho avuto paura perché ho sentito di non avere in mano la mia vita e il mio futuro e di non avere alternative.
In queste situazioni mi sono sentito vulnerabile, anche perché sapevo che alcune persone potevano sfruttarmi e approfittarsi della mia condizione dei debolezza.
In questi momenti, anche se è stato molto difficile, la cosa migliore da fare era mantenere la calma e l’autocontrollo.
Pensare positivo e ricordare i consigli che avevo ricevuto a casa è stato il modo per superare questi momenti e riacquistare fiducia in me stesso.
Credo sia molto importante cercare di concentrarsi sulle parti di sé dove ci si sente sicuri e dove si ha maggior controllo delle cose.
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Una volta in viaggio, mi sono reso conto che sapevo poco della mia rotta e del posto che volevo raggiungere. Avrei dovuto informarmi di più.
Per sentirmi più sicuro, ho chiesto in giro e ho cercato di sapere dove mi trovavo e di ottenere informazioni più precise.
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Il mio viaggio è stato lungo e stancante e ho dovuto affrontare tante difficoltà che non mi aspettavo. Mi sono trovato in situazioni di pericolo e a un certo punto ho perso il mio passaporto.
Spesso ho avuto paura di morire; in questi momenti, l’unico conforto erano la mia fede e I miei ricordi. Fortunatamente sono sempre riuscito a comunicare con i miei genitori e far loro sapere che stavo bene. Non potevo certo dire loro tutta la verità sulle mie condizioni, non volevo farli preoccupare troppo.
Ma mi sono mancati tanto durante il mio viaggio!
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